lunedì 8 giugno 2015

Due cristiani rischiano la pena di morte in Sudan. Ecco l'appello per salvarli

A poco più di un anno dalla condanna a morte per apostasia di Meriam Ibrahim, la cristiana incarcerata all'ottavo mese di gravidanza e liberata sull'onda di una mobilitazione internazionale, due pastori cristiano - evangelici rischiano la stessa pena. Arrestati con l'accusa di spionaggio la loro unica colpa è quella di aver tentato di difendere le proprie congregazioni da vere e proprie persecuzioni.
Peter Yein Reith, pastore della Chiesa evangelica presbiteriana, è stato arrestato dagli agenti dei Servizi di sicurezza sudanesi il 9 gennaio mentre stava tornando da una riunione di preghiera alla sua abitazione nella Scuola biblica Gerif West Bible School a Khartoum. Quindici giorni prima, il 28 dicembre 2014, dopo il culto domenicale,funzionari del Niss avevano prelevato in strada un altro pastore, Yat Michael, in visita nella capitale per dare supporto alla Sudan presbyterian evangelical Church.
La Khartoum Bahri church era stata presa d'assalto da una squadra della polizia locale che, il 2 dicembre, aveva ordinato la demolizione di parte del complesso e arrestato 38 fedeli che, giudicati e multati, erano stati rilasciati nella notte insieme ad altri 5 leader religiosi in carcere dal 25 novembre. Diverso il trattamento (e i capi di imputazione) per i due reverendi, entrambi ancora in prigione senza garanzia del rispetto dei loro diritti, come denunciato da Kate Allen, direttrice di Amnesty International UK, che avverte "più lungo sarà il loro tempo di reclusione, più alto è il rischio che subiscano torture", Italians for Darfur, che sul caso ha promosso un'interrogazione sia al Parlamento italiano che al Parlamento Europeo (come era già avvenuto per il caso di Meriam), ha lanciato una petizione per ottenere l'annullamento del procedimento giudiziario a loro carico e la loro immediata liberazione sia sulla piattaforma Change.org che sul sito dell'associazione.
Le firme raccolte, destinate al presidente sudanese Omar Hassan al-Bashir, saranno consegnate all'Ambasciata del Sudan in Italia. Qui il link dell'appello:

http://www.italianblogsfordarfur.it/petizione/index.php


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