martedì 17 marzo 2015

L'appello per la salvezza dei condannati a morte in Indonesia


Firma e fai firmare l'appello  al Presidente dell’Indonesia per la salvezza di 10 condannati a morte che rischiano l'esecuzione

La Comunità di Sant'Egidio chiede di sospendere le esecuzioni e di ripensare le modalità per contrastare il narcotraffico 

http://nodeathpenalty.santegidio.org/

La situazione dei dieci condannati a morte stranieri che rischiano l'esecuzione in Indonesia continua a preoccupare, per questo non cessiamo di chiedere clemenza e di pregare perché le esecuzioni siano sospese.

Questa seconda ondata di esecuzioni ha provocato molte pressioni, sia a livello locale che internazionale, ma il governo fino ad ora non ha ceduto. Il Presidente Indonesiano ha già ribadito che non concederà la grazia e ha riaffermato che intende dare priorità alla battaglia contro la droga. Molte associazioni locali, Kontras, LBH Masyarakat, Human Right ASEAN, Migrant Care, insieme alla Conferenza Episcopale indonesiana, sostengono che i dati forniti (40 morti per droga al giorno) non sono aderenti alla realtà. 

Ecco i nomi dei 10 condannati per i quali chiediamo al Presidente Joko Widodo clemenza e un ripensamento sulle modalità di lotta al narcotraffico:
Rodrigo Gularte ( Brazil )
Raheem Agbaje Salami ( Nigeria)
Sylvester Obiekwe ( Nigeria)
Okwudili Oyatanze ( Nigeria )
Martin Anderson (alias Belo, from Ghana)
Serge Areski Atlaoui ( France )
Mary Jane Fiesta Veloso (Philippines)
Zainal Abidin ( Indonesia)
Myuran Sukumuran ( Australia )
Andrew Chan ( Australia)

Questo il testo dell'appello:

Come Comunità di Sant’Egidio facciamo appello al Presidente dell’Indonesia Joko Widodo affinché decida di sospendere la condanna a morte dei 10 stranieri per i quali è prevista l'esecuzione.
Esprimiamo profonda preoccupazione per la sorte di questi 10 condannati i cui reati sono connessi al traffico di droga.
Siamo colpiti per il fatto che Repubblica di Indonesia, quale grande democrazia, abbia scelto la pena di morte per rispondere al bisogno di sicurezza della società, l’Indonesia ha sicuramente a disposizione ben altri mezzi per difendere i cittadini dalla violenza e per contrastare il traffico di stupefacenti.
Siamo convinti che la pena di morte non previene i crimini, non ripara il male fatto alle vittime e ai loro famigliari, può colpire persone innocenti e non estirpa le radici della criminalità. Inoltre non concede al reo la possibilità di essere rieducato e di cambiare vita.
Uno stato come l’Indonesia che tiene in alta considerazione l’evoluzione democratica dei Diritti Umani ricorda sicuramente che il primo diritto umano è quello alla vita, perché non c’è giustizia senza vita.
Per tutte queste ragioni la Comunità di Sant'Egidio, che da tanti anni lavora in Indonesia accanto ai poveri e per la pace, chiede un gesto di clemenza e un ripensamento, che preveda l’adozione di misure severe per contrastare il narco-traffico, e la promozione di una cultura e di una legislazione che difenda la vita e la dignità umana.
Ci rivolgiamo infine al Presidente fiduciosi che vorrà prendere in considerazione questo appello per la difesa della vita di coloro che sono condannati a morte.
Rispettosamente

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