lunedì 23 febbraio 2015

Napoli: Poggioreale, operazione umanità... così sta cambiando il carcere

Il 21 marzo prossimo Papa Francesco pranzerà con i detenuti, l'attesa di questo evento già da ora contribuisce a creare un clima di entusiasmo nel carcere di Poggioreale

di Antonio Mattone

Il Mattino, 23 febbraio 2015

Roberto Saviano nell'intervista rilasciata a Fabio Fazio durante la trasmissione "Che tempo che fa", ha parlato del carcere di Poggioreale come di un luogo "di totale assenza dei diritti, uno spazio che non è pensabile in uno stato democratico".
Ci sembra, quella dello scrittore, una visione che non tiene conto dei grandi processi di cambiamento che sono in corso. A partire dalla scorsa estate, infatti, è in atto una profonda trasformazione di questo istituto. Poggioreale, infatti, sta diventando a poco a poco un carcere più umano e normale.

Innanzitutto il numero dei detenuti è sceso di oltre mille unità, passando da quasi tremila alle milleottocento persone recluse. Una riduzione significativa che rende più efficaci le attività trattamentali per il recupero e la rieducazione dei carcerati.
Certo, i problemi relativi al sovraffollamento restano e sono gravissimi ma l'aria che si respira e le innovazioni che la direzione sta mettendo in campo che danno la cifra del cambiamento che sta avvenendo dentro quelle mura. Appena si varca il portone di ingresso non si sente più quell'aria di sospetto e di paura che si avvertiva negli anni passati. Indubbiamente anche la prossima visita di papa Francesco, che il 21 marzo pranzerà con i detenuti, contribuisce a creare un clima di entusiasmo e a migliorare la condizione degli spazi grazie ai lavori di ristrutturazione messi in campo. Ma non si tratta solo di un restyling esteriore. Infatti tra gli interventi innovativi bisogna segnalare quello realizzato al padiglione Firenze, dove sono collocate le persone alla prima esperienza detentiva, che è diventato un reparto dove si applica il cosiddetto "regime aperto".
Qui i detenuti durante le ore del giorno sono liberi di circolare all'interno della sezione e di entrare nelle altre celle, per poi tornare nella propria nelle ore notturne. Nei prossimi mesi questo regime verrà applicato anche ad altri padiglioni. Una svolta c'è stata anche per lo svolgimento dei colloqui.
L'apertura di nuove sale d'aspetto e l'introduzione dell'ingresso in ordine alfabetico hanno fatto si che scomparissero quelle file vergognose di mamme e bambini fuori al carcere. Gli incontri con i propri familiari oggi avvengono in un clima più sereno, senza banconi divisori e, a turno, nell'area verde dove poter abbracciare liberamente i propri figli. È stata inoltre offerta la possibilità di fare i colloqui il sabato, in modo da permettere ai bambini di non saltare la scuola.
Non da ultimo va considerato l'ampliamento delle ore d'aria, che da due sono ora diventate quattro.
Ripetiamo: i problemi di Poggioreale sono ben noti, e ancora molto resta da fare. Un cambiamento di mentalità chiesto al personale ma anche ai detenuti non è facile e ha bisogno di tempo e perseveranza. E sicuramente i commenti beceri su Facebook di quegli agenti che commentavano con soddisfazione il suicidio di un detenuto ergastolano restano una brutta pagina di disumanità. Bisogna piuttosto ricordare quei tanti episodi che hanno visto i poliziotti penitenziari protagonisti di salvataggi all'ultimo secondo, tagliando corde già al collo e tamponando le ferite di chi si tagliava le vene. Gesti che sono rimasti anonimi e non sono finiti sulle pagine dei quotidiani.
La storia cambia, talvolta in modo improvviso e repentino come avvenne per la caduta del muro di Berlino. Altre mura si sgretolano più lentamente, come quelle di omertà e violenza che nel passato sono state consumate nel carcere di Poggioreale.

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