mercoledì 26 novembre 2014

Schio, Thiene e l’Alto vicentino contro la pena di morte

Anche quest’anno l’Alto Vicentino renderà omaggio alla Giornata Internazionale Città per la Vita, Città contro la Pena di Morte, che ricorre il 30 novembre, nella proposta promossa dalla Comunità di Sant’Egidio in collaborazione con Amnesty International. Monumenti simbolo dei Comuni di Chiuppano, Fara Vicentino, Lugo Vicentino, Marano Vicentino, Sarcedo, Schio, Thiene, Zanè e Zugliano saranno illuminati in questo fine settimana ad esprimere il sostegno all’iniziativa.
Verrà accesa una luce, non solo ideale, sulle zone d’ombra in cui sono reclusi i dead man walking del nostro presente, ma anche per ricordare che, negli ultimi anni, sono stati fatti passi molto significativi per l’abolizione della pena di morte a tante latitudini del pianeta. Il primo monumento che si è illuminato in Italia è stato, nel 2002 ,il Colosseo, che si illumina durante l’anno anche ad ogni buona notizia sulla campagna contro la pena di morte ed è diventato il monumento simbolo della campagna.
L’iniziativa sarà arricchita da due appuntamenti importanti che avranno luogo entrambi nella giornata di venerdì 28 novembre: al mattino Sunny Jacobs e Peter Pringle, ex condannati a morte in Usa e in Irlanda, porteranno la loro testimonianza agli studenti dell’Itis “De Pretto” di Schio alle 9.30; in serata i due ospiti incontreranno la popolazione del territorio all’Auditorium Fonato di Thiene, alle 20.30, con ingresso libero.
Sonia “Sunny” Jacobs e Peter Pringle hanno entrambi trascorso un periodo della loro vita nel braccio della morte, lei per 17 anni negli Stati Uniti e lui per 15 in Irlanda. Entrambi sono stati assolti dopo che le prime sentenze li avevano condannati per omicidi che non avevano mai commesso.
Sonia ha oggi 64 anni ed è stata condannata a morte quando aveva 28 anni per l’omicidio di due poliziotti in Florida. Quando è stata imprigionata, i suoi due figli sono stati dati in affido. Dopo circa 17 anni dall’arresto, la sua condanna è stata ribaltata in appello. La sua storia, insieme a quella di altre cinque persone condannate a morte ingiustamente, è diventata “The Exonerated”, uno spettacolo allestito da una compagnia teatrale amatoriale,  The Culture Project. Sunny è l’autrice di Stolen Time: One Woman’s Inspiring Story as an Innocent Condemned to Death.



Peter Pringle ha 73 anni ed è stato accusato di essere uno dei tre uomini che uccisero due poliziotti durante una rapina in Irlanda. Dopo il verdetto, è stato condannato all’impiccagione. Qualche giorno prima che il cappio gli fosse messo al collo, Pringle venne a sapere che la sua condanna era stata commutata a 40 anni di prigione senza condizionale dal presidente dell’Irlanda. Pringle studiò tenacemente legge e riuscì a diventare un avvocato da autodidatta. Difendendosi da solo, Pringle riuscì a portare a termine il suo caso con successo, portando la Corte di Appello Penale di annullare il verdetto precedente. Si batte per la difesa dei diritti umani e per l’abolizione della pena di morte.
Per tutti e due lo yoga e la meditazione hanno dato forza e vitalità. Si sono conosciuti ad un incontro di Amnesty International, mentre stavano manifestando pubblicamente contro la pena di morte e quell’incontro fu l’inizio di una relazione. Il loro matrimonio alla fine del 2011 è stato un caso inedito: la prima unione tra due sopravvissuti alla pena capitale. I due sono esempi viventi contro la pena di morte, manifestando per i diritti umani e ricordandoci la forza dello spirito umano che trionfa sulle avversità, sofferenze ed ingiustizie. Vivono nella bellissima regione di Connemara nell’Irlanda occidentale e viaggiano in tutto il mondo raccontando la loro storia ed accendendo una luce per la pace, la giustizia e la comprensione.
La campagna internazionale contro la pena di morte è da anni una priorità assoluta della politica estera italiana. L’Italia è fermamente convinta che l’abolizione della pena capitale contribuisca al rafforzamento dei diritti umani e che la pena di morte non abbia alcun valore aggiunto in termini di sicurezza dei cittadini o di dissuasione dal crimine, ma anzi renda ogni eventuale errore giudiziario drammaticamente irreversibile. Sulla base di queste premesse, l’Italia ha assunto un ruolo chiave nella campagna internazionale contro la pena capitale dando impulso negli ultimi due decenni a diverse iniziative in ambito Nazioni Unite.
Proprio in dicembre è prevista l’approvazione della risoluzione dell’Assemblea generale dell’Onu sulla moratoria della pena di morte. Alla Giornata aderiscono più di 1600 città nel mondo che si sono dichiarate “Città per la vita” e si impegnano per l’abolizione della pena di morte.
La Giornata rappresenta la più grande mobilitazione contemporanea planetaria per indicare una forma più alta e civile di giustizia, capace di rinunciare definitivamente alla pena capitale. Le città che prendono parte a questa Giornata  organizzano iniziative a carattere educativo e spettacolare che vedono coinvolti monumenti o piazze-simbolo e interventi mirati alla sensibilizzazione dei cittadini. Ogni anno, il numero di adesioni cresce, segno di una nuova cultura della vita.
Sin dal 2002 il 30 novembre è stata individuata come data simbolo perché ricorda la prima abolizione della pena capitale, avvenuta nel 1786 nel Granducato di Toscana. La pena capitale è un residuo del passato, come a lungo lo sono stati la schiavitù e la tortura, poi rifiutati dalla coscienza universale. Tuttavia, la strada verso la sua eliminazione resta lunga ma non impossibile e necessita di un’azione decisa.
http://www.vicenzareport.it/2014/11/



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