lunedì 10 novembre 2014

Nairobi: non c'è giustizia senza vita. Per una società keniota pacifica

Si è svolto stamane a Nairobi il convegno "Non c'è giustizia senza vita, per una società keniota pacifica. 

Presenti i rappresentanti 
delle ambasciate di Italia, Svizzera, Germania, un rappresentante dell'Unione Europea e oltre duecento persone, in maggioranza giovani. La visione dei messaggi video di Papa Francesco e di Desmond Tutu (a cui e' intitolata la sala conferenze) hanno preceduto gli interventi. 
La conferenza è durata oltre due ore e mezza durante le quali i relatori hanno rilanciato  il tema della pena di morte, dopo che proprio in questi giorni si era ripreso a parlare di pena capitale anche in seguito alle 5 condanne inflitte da un tribunale di Nairobi in relazione all'omicidio di monsignor Luigi Locati, vicario apostolico della diocesi di Isiolo, assassinato nel 2005. 

Alla fine tante domande dal pubblico e un vivace dibattito. 
Francis Waithaka, della Comunità di Sant'Egidio del Kenya ha sottolineato come la legge in Kenya giustifichi una mentalità violenta, con l'esempio dei linciaggi delle anziane considerate streghe. 

Il primo segretario dell'ambasciata d'Italia Andrea Marino, ringraziando la Comunità di Sant'Egidio per il suo incessante lavoro per la difesa della vita, ha diffusamente spiegato il ruolo dell'Italia e della UE nella lotta alla pena di morte e nella difesa dei diritti umani.  

Bill Pelke dell'associazione Journey of Hope ha raccontato la sua esperienza e la grande sofferenza sopportata dai parenti, soffermandosi sull'esperienza di quei familiari di vittime che hanno scelto la via del perdono cristiano, spiegando perché non si prova sollievo dalla vendetta.   

Martha Karua, già ministro della giustizia, che ha partecipato ai congressi dei Ministri della giustizia organizzati da Sant'Egidio a Roma, ha spiegato che la pena capitale non e' efficace e contraddice nei fatti il rispetto dei diritti promosso dalla nuova costituzione.  
Pochi anni fa, quando c'e' stato il dibattito sulla nuova costituzione (e la ministra era allora tra i costituenti) è mancato il coraggio di eliminarla dalla costituzione, compiendo un gesto coraggioso che oggi avrebbe portato frutti di pace e non violenza.  Ha poi aggiunto che lo Stato non vuole o non può occuparsi di sensibilizzare la popolazione come sarebbe necessario, questo riesce meglio a ONG come la Comunità di sant'Egidio. La ex ministra ha terminato infine il suo intervento augurandosi che la Comunità di sant'Egidio possa collaborare con il governo e il parlamento keniota per diffondere una cultura nuova su questo tema.

Andrea Trentini, parte di una delegazione di Sant'Egidio proveniente da Roma, ha spiegato il lavoro di Sant'Egidio e le ragioni per essere contrari alla pena capitale e come questa provochi un abbassamento morale dell'intera società e del sogno che la pena di morte diventi per i nostri figli un ricordo di un barbarico passato come e' stata la schiavitù o le discriminazioni razziali.  

Tutah ha toccato il problema delle esecuzioni extragiudiziali da parte dei
poliziotti e le modalita' legali di reagire alla violenza

Waweru del Nakuru County Public Service Board and Security expert del Kenya ha parlato della difesa della dignità umana e del fatto che, come cristiani, solo Dio può prendere la vita.

Nel dibattito sono stati toccati diversi temi, da come si vive nel braccio della morte, come convincere una vittima a perdonare, in che modo cambiare la legge, i linciaggi e come lottare contro di essi, la diseguaglianza come causa della violenza, il terrorismo e l'inefficacia della pena capitale come deterrenza, l'ingiustizia verso i poveri e infine la domanda di potersi impegnare contro la pena di morte.


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