martedì 15 aprile 2014

Giovane donna a rischio di imminente esecuzione in Iran

IRAN: 26enne a rischio imminente di esecuzione. Aveva agito per difendersi dal suo aggressore. 
Dall'Onu la richiesta a non procedere con l'esecuzione della giovane Reyhaneh Jabbari, decoratrice di interni. 
La sua esecuzione potrebbe avvenire entro un mese se la famiglia della vittima non le concede la grazia.  

Secondo fonti affidabili, citate dall'esperto ONU, la vittima, il sig. Morteza Abdolali Sarbandi, avrebbe proposto alla signora Jabbari un lavoro di ristrutturazione del suo ufficio nel luglio 2007, ma la donna avrebbe subito una aggressione fisica e sessuale dalla quale si sarebbe difesa, in questa circostanza sarebbe avvenuta la morte dell'uomo. 
Il caso della Jabbari solleva preoccupazioni riguardo alla procedura adottata nel processo, sembra infatti che già dal primo interrogatorio e poi anche successivamente, ci sia stata resistenza da parte della corte a considerare tutte le prove esistenti. La condanna inoltre sembra essere basata su confessioni estorte.  Più di 170 persone, tra cui almeno due donne, sono state eseguite dall'inizio del 2014 in Iran. 


Teheran, 14 apr. - (Aki) - Rischia di essere impiccata entro le prossime 24
ore Reyhaneh Jabbari, 26enne iraniana condannata a morte per l'omicidio sette
anni fa di un funzionario del ministero dell'Intelligence che aveva tentato
di violentarla. 
A lanciare l'allarme e' Iran Human Rights (Ihr), un'ong che si batte contro la pena di morte nella Repubblica islamica, che invita tutti i paesi con rapporti diplomatici con Teheran a fare pressioni per fermare l'esecuzione.
La Jabbari era stata arrestata nel 2007 per l'assassinio di Morteza Abdolali Sarbandi. Dopo l'arresto, la donna era stata rinchiusa due mesi in isolamento nel famigerato carcere di Evin, a Teheran. Secondo l'Ihr durante questo periodo non ebbe la possibilita' di vedere ne' l'avvocato ne' i familiari. La Jabbari aveva confessato immediatamente l'omicidio, sostenendo di aver agito per autodifesa. La donna era stata condannata a morte nel 2009 da un tribunale penale di Teheran.

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