martedì 11 febbraio 2014

Giustizia: in Senato il decreto sulle carceri e la richiesta di amnistia-indulto

Il Sole 24 Ore, 8 febbraio 2014

Decreto-carceri (DL 146/2013)

Dopo l'ok di Montecitorio il Decreto Legge è stato trasmesso al Senato, dove è stato assegnato alla Commissione Giustizia per l'esame in seconda lettura.
Possibili modifiche al testo approvato alla Camera sono state prospettate dal presidente di Commissione, il quale durante l'assegnazione ha svolto alcune considerazioni critiche sul provvedimento "e in particolare sulla riduzione della pena per il piccolo spaccio e la conseguente inapplicabilità della custodia cautelare in carcere; sulla introduzione di una liberazione anticipata speciale, che porta da 45 a 75 giorni per semestre - per il periodo dal 1° gennaio 2010 al 24 dicembre 2015 - la detrazione di pena già prevista per la liberazione e che trova applicazione, pur richiedendo una motivazione rafforzata, anche per i reati di particolare allarme sociale di cui all'art. 4-bis dell'ordinamento penitenziario. Alla luce di tali rilievi si rende necessario un approfondito esame dal parte della Commissione con l'eventuale approvazione di proposte modificative del decreto-legge".

Amnistia e indulto



Riprende in Commissione Giustizia del Senato, l'esame congiunto dei disegni di legge in tema di concessione di amnistia e indulto con la discussione generale, durante la quale sono venute alla luce perplessità e contrarietà sul contenuto del provvedimento. "Il presidente fa presente che nel corso della discussione generale sono emerse da parte di diversi componenti dei vari gruppi parlamentari posizioni di radicale contrarietà ai provvedimenti di clemenza, la cui approvazione, come è noto, richiede maggioranze qualificate. Sottolinea che il ricorso reiterato a provvedimenti d'urgenza non sembra aver consentito di ovviare ai problemi del sovraffollamento carcerario, la cui soluzione è peraltro richiesta perentoriamente a livello europeo.
Per poter valutare adeguatamente la congruità delle misure adottate in via d'urgenza, chiede al Ministro della giustizia di fornire i dati relativi al numero dei detenuti presenti negli istituti penitenziari alla data di approvazione dei decreti-legge n. 211 del 2011 e n. 78 del 2013, nonché i dati relativi ai detenuti presenti nelle carceri a tre mesi dall'approvazione e a quelli dei detenuti definitivamente liberati. Sollecita inoltre l'acquisizione di analoghi dati relativi al numero dei detenuti presenti al momento dell'approvazione e a quelli attualmente presenti, con riguardo al decreto-legge n. 146 del 2013. Infatti, qualora i dati dimostrino una scarsa incidenza, in termini di riduzione del sovraffollamento, delle misure adottate in via d'urgenza e che in molti casi stravolgono il sistema della esecuzione della pena e delle misure cautelari, domanda se non sia più opportuna una più seria riflessione sugli istituti di clemenza".

Vietti: il decreto-carceri è urgenza indilazionabile

"Il decreto svuota-carceri risponde a un'urgenza indilazionabile. L'Europa ci chiede di intervenire per diminuire il sovraffollamento carcerario, sarebbe auspicabile che questo avvenisse con misure strutturali, ma queste sono più lunghe e complicate da adottare, quindi misure tampone che rendano più umane e più vivibili le condizioni delle nostre carceri sono assolutamente inevitabili". Michele Vietti, vicepresidente del Csm, Michele Vietti, ha commentato a Bologna così l'approvazione alla Camera del dl sulle carceri. Interpellato sulle critiche al provvedimento circa il rischio di favorire detenuti particolarmente pericolosi, Vietti ha risposto: "Tutto quello che si fa è perfettibile. Quindi, sarà possibile mettere a punto il provvedimento ma credo che nessuno possa metterne in discussione - ha concluso - né l'impianto, né la filosofia, né gli obiettivi".

Marazziti (Pi): valutiamo proposta amnistia e indulto

"Come Popolari per l'Italia stiamo valutando un progetto di legge per l'amnistia e l'indulto". Lo ha detto il deputato Mario Marazziti (Pi), in una conferenza stampa con i colleghi del Pd sull'abolizione dell'ergastolo. "Il sistema carcerario va rivisto nel suo insieme e amnistia e indulto possono riportare una condizione di civiltà da cui ripartire. Vedo alcuni del Pd molto aperti a questa prospettiva, speriamo di poter trovare sintonia".

Dovrà essere votato al Senato entro il prossimo 21 febbraio il nuovo decreto Carceri, altrimenti non sarà valido. Il decreto carceri, insieme di norme approvate a fine 2013 dal governo per ridurre l'affollamento sul sistema carcerario, sottodimensionato rispetto al numero di detenuti, ha, infatti, ricevuto la fiducia dalla Camera dei Deputati e deve essere ora riesaminato e votato dal Senato.
Il decreto prevede una serie di nuove regole per razionalizzare la gestione della popolazione carceraria, incentivando l'utilizzo, quando possibile e sicuro, di strumenti per fare eseguire le pene senza gravare ulteriormente sul sistema carcerario. I due principali obiettivi sono ridurre il numero di carcerati, e quindi il sovraffollamento, dando al tempo stesso più diritti ai detenuti.
Tra le novità il braccialetto elettronico, che viene disposto dal giudice che dispone gli arresti domiciliari e che dovrà sempre prescrivere i sistemi di controllo elettronici per le persone che manda agli arresti domiciliari, salvo particolari necessità. L'obiettivo è rendere più comune ed esteso l'utilizzo di strumenti come il braccialetto elettronico, che aiutano a mantenere sotto controllo la persona ai domiciliari senza gravare sulle forze dell'ordine.
Questi sistemi in molti casi disincentivano l'evasione, che spesso porta a dovere incarcerare la persona interessata, contribuendo ai fenomeni di sovraffollamento. Altra novità: diventa permanente la regola che permette di scontare nell'abitazione in cui si ha il domicilio la propria pena, se questa non è superiore a 18 mesi.

La regola vale anche per la parte residua di una condanna. Il decreto, che dovrà essere approvato dal Senato, aumenta, in via temporanea, le detrazioni concesse ogni semestre con le liberazioni anticipate, facendo passare il termine da 45 a 75 giorni fino al 24 dicembre 2015; sull'affidamento in prova, stabilisce l'innalzamento a 4 anni (ma solo tramite periodo di osservazione), aumentando, per converso, i poteri di intervento del magistrato di sorveglianza; e per i detenuti, in generale, viene istituita la figura del Garante Nazionale, composto da 3 membri, in carica per 5 anni non prorogabili. Compito della neonata struttura, la sorveglianza nel rispetto dei diritti umani sia nelle carceri che nei Cie.

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