lunedì 17 febbraio 2014

Arkansas blocca le esecuzioni! L'America fa un altro passo indietro

Tutti gli Stati americani che praticano la pena di morte sono coinvolti nel problema del metodo di applicazione della pena capitale. La legge vigente parla di barbiturici per svolgere le esecuzioni ma non precisa quali e non fornisce indicazioni sul personale che pratica l'iniezione. Il Giudice Wendell Griffen ha dato ragione ai 
condannati a morte che hanno chiesto la sospensione delle esecuzioni in Arkansas. 

La Comunità di Sant'Egidio auspica che la controversia si risolva, che non si violi ancora l'8° emendamento che protegge da una “punizione crudele ed insolita" e che presto la pena di morte venga sospesa in tutti gli Stati.

da Il Messaggero

L’America si allontana sempre un poco di più dalla pena di morte e questa volta tocca all’Arkansas fare un passo indietro. Un giudice dello Stato venerdì 14 febbraio ha deciso di bloccare tutte le esecuzioni previste fino a quando la legge sull’esecuzione del metodo di applicazione della pena capitale non venga rivisitata. Questa decisione segna un capitolo importante nella controversia sulle iniezioni letali nella quale si trovano coinvolti tutti gli Stati americani che praticano la pena di morte.

Il giudice Wendell Griffen ha deciso di dare ragione ai nove condannati a morte i quali hanno chiesto la sospensione delle condanne in Arkansas. Il giudice infatti ha stimato che la legge del 2013 sulle procedure di esecuzione manca di “linee direttrici” e che “la legge non correggerebbe i vizi di quella precedente” spiega Jeff Rosenzweig, avvocato di uno dei detenuti.

Questa legge infatti si limita ad ordinare alle autorità penitenziarie di utilizzare dei barbiturici per svolgere le esecuzioni ma non precisa quali, e non parla neppure della formazione che il personale deve seguire per svolgere l’iniezione. I condannati lamentano dunque la violazione dell’8o emendamento che protegge da una “punizione crudele ed insolita” secondo Rosenzweig.

Nessuna esecuzione era comunque prevista a breve nello Stato che ha nel suo braccio della morte 298 condannati ma dal 2005 non svolge più esecuzioni.

Secondo il rapporto annuale pubblicato dal Centro d’informazione sulla pena di morte (DPIC), infatti, sono 39 le condanne totali eseguite nel 2013 negli Usa, contro le 43 del 2012. Il calo è dovuto alla decisione di diversi Stati di abbandonare l’esecuzione letale, come Maryland, Connecticut, Illinois, New York, New Jersey e Nuovo-Messico. Nel 2013, il Maryland è diventato il 18esimo Stato a votare per questa abolizione. Altri invece hanno optato per una moratoria.

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