giovedì 23 gennaio 2014

Il Texas giustizia messicano che aveva un ritardo mentale

Il Texas ha giustiziato il messicano Edgar Tamayo Arias, 46enne condannato a morte per omicidio, nonostante il caso avesse innescato uno scontro diplomatico spingendo la stessa amministrazione Obama a chiedere un rinvio dell'esecuzione.
Quando fu arrestato l'uomo era ritardato mentalmente.

La Corte suprema Usa ha respinto l'appello in extremis dei legali che avevano
invocato una sospensione della condanna per la violazione dei diritti
consolari. Così all'alba il boia gli ha iniettato un cocktail letale di farmaci
nella camera della morte di Huntsville. Il decesso è stato pronunciato alle
21.32 locali (le 4.32 italiane).

Al momento dell'arresto nel 1994 a Houston per l'uccisione di un poliziotto che
lo aveva arrestato per rapina, Tamayo parlava malissimo l'inglese ed era
mentalmente ritardato, ma non gli fu comunicato che aveva diritto
all'assistenza consolare, come previsto dalla Convenzione di Vienna. Il
Messico, che ha abolito la pena di morte, si era opposto all'esecuzione
sostenendo che non sarebbe mai stato condannato a morte se avesse avuto
l'assistenza appropriata. Il ministero degli Esteri messicano ha sollecitato
immediate iniziative per evitare altre sentenze in violazione della sentenza
della Corte internazionale di giustizia dell'Aja del 2004 che aveva chiesto
agli Usa di non pregiudicare il regime di assistenza consolare». L'allusione è
ad altri detenuti in attesa di esecuzione, come il 44enne messicano Ramiro
Hernandez che il 9 aprile dovrebbe essere giustiziato in Texas. Amnesty
International ha denunciato la vergognosa violazione del diritto
internazionale». 

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