domenica 13 ottobre 2013

Madagascar: Sessanta due detenuti sotto pena di morte

La pena capitale esiste nel codice penale ma l'ultima esecuzione è avvenuta nel 1958. Oggi i condannati scontano una pena di ergastolo con obbligo di lavori forzati. Fino al mese di settembre nei centri di detenzione di Tsiafahy, Antanimora, Ambatolampy e Arivonimamo, si contano 62 detenuti, tra cui una donna, condannati alla pena di morte, mentre nel 2010 erano 59. Lo ha affermato Lazatiana Razafimamonjy, giurista dell'ACAT (Azione dei Cristiani per l'abolizione della tortura) il 10 ottobre, presso il Centro Stampa di Antsakaviro dove è stata celebrata la Giornata Mondiale conto la Pena di Morte. L'omicidio, l'avvelenamento, l'incendio volontario, la castrazione,... sono le principali cause di condanna a morte.
Il Madagascar avanza verso l'abolizione della pena di morte. Nel settembre 2012, Andry Rajoelina, presidente della Transizione, aveva firmato il protocollo aggiuntivo dei diritti civili e politici, che include la pena capitale. Nessuno dovrebbe uccidere qualcuno perché, secondo l'Acat, la morte non ridurrà né il banditismo né la criminalità.

 

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