domenica 16 giugno 2013

Il messaggio del Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-Moon al Congresso delle Associazioni sulla pena di morte

Il Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-Moon
In un messaggio, il Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-Moon ha salutato la crescente mobilitazione contro la pena di morte, egli ha osservato infatti che la completa abolizione della pena di morte trova sostegno in ogni regione e trasversalmente rispetto a sistemi giuridici, religiosi, tradizioni e costumi.  Attualmente, più di 150 Stati hanno abolito la pena di morte o non la praticano. Lo scorso anno 174 Stati membri sono stati "liberi da esecuzioni", ha detto.
"Nonostante queste tendenze positive, sono profondamente preoccupato per il piccolo numero di Stati membri che continuano a imporre la pena di morte, e per le migliaia di persone che vengono messe a morte ogni anno, spesso in violazione delle norme internazionali", ha detto il Segretario generale.
"Alcuni Paesi che da tempo osservavano una moratoria de facto hanno recentemente ripreso le esecuzioni", ha osservato. Inoltre, la pena di morte è a volte utilizzata per reati che non rientrano tra i "crimini più gravi", come reati di droga, e alcuni Stati  impongono la pena di morte contro i minorenni, in violazione del diritto internazionale sui diritti umani.
Ban Ki-moon ha anche sottolineato che le informazioni riguardanti l'applicazione della pena di morte sono spesso avvolte da segretezza, e che la mancanza di dati sul numero di esecuzioni o sul numero di persone nel braccio della morte "ostacola seriamente" qualsiasi dibattito informato a livello nazionale che possa portare all’abolizione.
"La sottrazione della vita è troppo assoluta e irreversibile perché un essere umano possa infliggerla a un altro, anche se al termine di un processo legale. "Troppo spesso, più livelli di controllo giudiziario non riescono a ribaltare ingiuste condanne a morte per anni e anche decenni", ha osservato.  "Questo problema", ha aggiunto ancora "sarà discusso da un panel delle Nazioni Unite a New York alla fine di questo mese. L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato per la prima volta la moratoria nel 2007, e di nuovo nel dicembre 2012, quando ha adottato una risoluzione che chiede una limitazione progressiva del ricorso alla pena capitale e la sua eliminazione completa per criminali di età inferiore ai 18 anni e donne in gravidanza.  Sebbene non sia giuridicamente vincolante, la moratoria ONU sulle esecuzioni capitali ha un peso morale e politico. 
          

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