sabato 16 marzo 2013

IL MARYLAND ENTRA NELLA STORIA

ANCHE LA CAMERA DICE SI, ORA MANCA SOLO LA FIRMA DEL GOVERNATORE
PER PROCLAMARE L’ABOLIZIONE!
15 marzo – la Camera dei Delegati ha approvato (82-56) la legge che abolisce la pena capitale, come aveva già fatto il Senato lo scorso 6 marzo. Come noto il Governatore Martin O'Malley, sostenitore della legge, ha già annunciato che nei prossimi giorni firmerà il decreto che renderà lo stato del Maryland il 18° che negli USA abolisce la pena di morte, il 6° negli ultimi sei anni.
Il Governatore ha affermato: "Mi sono sentito in dovere di fare tutto il possibile per abolire la pena di morte, in modo da poterci concentrare sulle misure che potranno davvero ridurre il crimine violento". Gli altri 5 stati che di recente hanno abolito sono: New Jersey, New York, New Mexico, Illinois e Connecticut.

venerdì 15 marzo 2013

Prospettive e passi in avanti in Africa

Un mondo senza la pena di morte


La Comunità di Sant’Egidio è attiva ormai da molti anni a livello internazionale nella lotta alla pena capitale, per giungere alla sua abolizione universale e per l’arresto immediato di ogni esecuzione in ogni parte del mondo. Nuove strategie e visioni comuni hanno preso il via a partire dal Convegno "Africa for life", iniziativa che ha visto riuniti a Roma nel novembre 2005 i ministri della Giustizia del Continente africano assieme a giuristi e politici europei impegnati in uno sforzo teso all'abolizione universale della pena capitale. Ogni anno i Congressi si sono ripetuti con la partecipazione di un numero sempre più grande di Guardasigilli di paesi retenzionisti e non. Oggi Sant'Egidio guarda con attenzione a tutti gli sforzi internazionali in questa direzione.
 
Ensemble contre la peine de mort (ECPM) ha pubblicato gli atti del convegno interregionale sulle strategie per l'abolizione della pena di morte in Africa centrale, tenutosi il 30 e 31 marzo 2012 a Kinshasa, organizzato con il sostegno dell’Organizzazione Internazionale della Francofonia, il governo spagnolo e il governo francese. L’incontro ha dato vita alla Coalizione dell'Africa centrale e orientale contro la pena di morte, composta da diciassette organizzazioni provenienti da dieci paesi della regione (Burundi, Camerun, Congo - Brazzaville, Kenya, Uganda, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Ruanda, Tanzania e Ciad).


Alla conferenza ministri, ambasciatori, docenti universitari, parlamentari, appartenenti ad organizzazioni di diritti umani hanno discusso di vari temi: il ruolo del Parlamento nella soppressione della pena di morte, la pena capitale nella giustizia internazionale, il ruolo della società civile nella regione, le condizioni di detenzione nel braccio della morte, ecc.
Oggi, 16 paesi africani hanno di fatto abolito la pena di morte, mentre 23 sono abolizionisti di fatto. Ventitré hanno votato a favore della quarta risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per l'adozione di una moratoria sull'applicazione della pena di morte il 20 dicembre, 2012.

giovedì 7 marzo 2013

Maryland: vicina l'abolizione della pena di morte. Può divenire il 18° Stato, il sesto in sei anni! Invia anche tu un messaggio di incoraggiamento.


Dopo il voto favorevole della Commissione del Senato il 21 febbraio 2013, il 6 marzo il Senato (con la maggioranza di 27-20) ha votato a favore del provvedimento, che ora passa alla Camera. 


Il Maryland, dopo un percorso lungo, fatto di tentativi non andati a buon fine per pochi voti, si appresta ad abolire la pena capitale, diventando così il 18° degli Stati Uniti ad abolirla, il sesto in sei anni.
Molto presto la Camera potrebbe definitivamente votare la legge che sostituisce la pena di morte con l'ergastolo, lasciando la decisione finale nelle mani del Governatore che essendo tra i promotori della legge, firmerà il provvedimento che libera anche il Maryland dalla pena di morte. Fortunatamente il Governatore O’Malley, non solo ha già da tempo annunciato che firmerà la legge, ma ne è stato uno dei principali promotori, invitando lui stesso i parlamentari a votare a favore. In realtà lo stesso Governatore già nel 2009 aveva proposto una legge simile, che però era stata respinta proprio dalla Commissione che ora l’ha approvata.

Molti sono stati i senatori che in questi ultimi mesi hanno cambiato idea, diventando abolizionisti. Uno tra loro, il senatore Robert Zerkin, ha dichiarato: “Credo sia arrivato il momento per il Maryland di non essere più coinvolto nelle esecuzioni, per quanto orrendi e terribili possano essere i crimini commessi da coloro che si trovano nel braccio della morte”. La legge - tra l’altro – esclude la possibilità di altre condanne a morte e raccomanda al Governatore di commutare in ergastolo quelle di tutti coloro che oggi si trovano nel braccio della morte (attualmente sono 5 i condannati nel braccio della morte di Baltimora, che attendono con ansia una buona notizia).
La legge è stata sostenuta dalle associazioni familiari delle vittime, leaders di diverse comunità religiose, tra cui l’Arcivescovo cattolico di Baltimora William Lori, molte preminenti personalità ed anche da Kirk Bloodsworth, liberato dal braccio della morte perché riconosciuto innocente e Vicki Schieber, cittadina del Maryland, la cui figlia venne barbaramente uccisa nel 1998 a Philadelphia.

Significativamente il Governatore ha annunciato che le risorse risparmiate grazie all’abolizione della pena capitale verranno utilizzate per aiutare i familiari delle vittime di omicidi.
Diversi altri Stati stanno considerando a livello legislativo la possibilità di abolire la pena capitale: Montana, Colorado, Kentucky, Oregon e Delaware.
La Comunità di Sant’Egidio ritiene che in questa fase gli sforzi compiuti dal Governatore, dai promotori della legge e dai legislatori, vadano incoraggiati pubblicamente. 

A chi volesse proponiamo di inviare a tutti i protagonisti di questa battaglia per i diritti umani in Maryland, il messaggio di incoraggiamento che segue,  in attesa della notizia ufficiale riguardante la definitiva abolizione.

 E’ POSSIBILE UTILIZZARE IL SEGUENTE MODELLO:

MESSAGE OF ENCOURAGEMENT ADDRESSED TO THE GOVERNOR OF MARYLAND, THE LEGISLATORS AND ALL THE SUPPORTERS AND ACTIVISTS FOR HUMAN RIGHTS - ENDORSED BY THE COMMUNITY OF SANT’EGIDIO, IN ORDER TO SUPPORT THE REPEAL OF THE DEATH PENALTY.
Dear Governor O’Malley,
Dear Members of Parliament,
Dear supporters and activists for human rights in Maryland,
I would like to encourage you for the important commitment to the death penalty repeal.
I am really grateful for your leadership, which has helped to shape the national debate on this important issue, for many years.
I really hope that your good and firm work and efforts in pursuing the fulfillment of justice, the promotion of human rights and reconciliation may lead to the abolition of the death penalty in your wonderful State. We are ready to celebrate the event with the Community of Sant’Egidio and all the Cities for Life Against the Death Penalty.
May the example of Maryland be soon followed by other States worldwide, so that a great number of lives be saved, as soon as possible.
NO JUSTICE WITHOUT LIFE
Yours Sincerely
Signature
MESSAGGIO AL GOVERNATORE DEL MARYLAND ED AI MEMBRI DEL PARLAMENTO, AGLI ATTIVISTI ED AI SOSTENITORI DEI DIRITTI UMANI IN MARYLAND
DA INVIARE SU INIZIATIVA DELLA COMUNITA’ DI SANT'EGIDIO, PER SOSTENERE L’ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE.
Egregio Governatore,
Gentili Membri del Parlamento,
Cari attivisti e sostenitori dei diritti umani in Maryland,
Vorrei incoraggiarvi per l'impegno importante che avete dimostrato per l'abolizione della pena di morte.
Vi sono molto grato per la Vs. leadership, che contribuirà ad orientare il dibattito nazionale su questa importante questione.
Spero davvero che il vostro ottimo e tenace lavoro e gli sforzi nel perseguire la giustizia, la promozione dei diritti umani e la riconciliazione, porteranno all'abolizione della pena di morte nel vostro Paese meraviglioso. Siamo pronti a festeggiare l'evento con la Comunità di Sant'Egidio e con tutte le Città per la vita contro la pena di morte.
Possa l'esempio del Maryland essere presto seguito da altri Stati in tutto il mondo, così che venga salvato un gran numero di vite umane, più presto possibile.
NON C’È GIUSTIZIA SENZA LA VITA.
Firma

Per inviarlo via internet si può utilizzare questo testo in inglese, copiarlo e incollarlo (scrivendo in calce il proprio nome) nell’apposito form che si trova all’interno del sito del Governatore Martin O’Malley: http://www.gov.state.md.us/mail.
Vi preghiamo di inviarci un messaggio di conferma su:
Chi volesse utilizzare il fax, può inviarlo invece al n. 001(410)974-3275

APPROFONDIMENTO: LA STORIA DI SHUJAA GRAHAM, MARYLAND

Tra i tanti testimoni speciali che abbiamo ospitato nel corso delle diverse edizioni di "Cities for life, Cities against the death penalty", SHUJAA GRAHAM ha sempre colpito la sensibilità di chi lo ascolta. Shujaa Graham, fu condannato a morte in California, tenuto nel braccio della morte per 10 anni e poi finalmente liberato, perché riconosciuto innocente. Shujaa è ormai per noi un vecchio amico, che non perde un’occasione per partecipare a tutti gli eventi che la Comunità di Sant’Egidio organizza nel mondo.

Oggi Shujaa lavora, ha una bella famiglia ed è ormai cittadino del Maryland e quindi ha seguito da vicino e con grande passione tutte le vicende legislative che potrebbero portare presto il suo Stato a liberarsi della pena capitale.
Riproponiamo una intervista di qualche anno fa uscita su Repubblica.it ed anche un video su youtube con un’altra intervista a Shuja:

http://www.repubblica.it/2006/11/sezioni/esteri/salvato-dal-boia/salvato-dal-boia/salvato-dal-boia.html

Arabia Saudita: messi a morte sette giovani uomini

Gli appelli  non sono serviti per fermare l'esecuzione dei sette giovani uomini condannati a morte in Arabia Saudita per rapina.
 
I sette erano stati arrestati nel 2005 e nel 2006. Amnesty ha denunciato che due di loro erano minorenni al momento della condanna a morte e che tutti i detenuti saliti al patibolo sono stati vittime di torture in carcere.  La loro confessione era stata estorta con la tortura ed erano sono stati condannati attraverso un processo sommario.

Le Associazioni per i Diritti dell'Uomo esprimono preoccupazione per il crescente numero di condanne a morte comminate.




 


Pakistan. 31 mila firme per la liberazione di Asia Bibi

Avvenire.
Luca Liverani  http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/consegnatefirmeAsiaBibi.aspx

La mobilitazione di Avvenire per la libertà di Asia Bibi. Quasi 31mila firme impacchettate in due scatoloni e in un cd-rom e consegnate alla massima rappresentante diplomatica pachistana.
Asia Bibi, contadina di religione cristiana, cinque figli, vive ad Ittanwalai, nella regione del Punjab.

Nel giugno 2009, nel latifondo dove lavora, ha avuto un diverbio con alcune sue colleghe musulmane, nel corso del quale è stata accusata da loro di aver insultato l’islam. Tratta in arresto dalla polizia è stata processata e accusata di blasfemia, reato previsto dal codice penale, e per questo condannata a morte il 7 novembre 2010.

In Pakistan non è stato mai messo a morte nessuno per tale “reato”. Suo marito è ricorso in appello e la sentenza rimane dunque sospesa, dovendo passare attraverso vari gradi di giudizio.

lunedì 4 marzo 2013

Le esibizioni pubbliche di condanne a morte come esperienza di brutalità e violenza

Può la pena di morte essere un castigo esemplare, da eseguire in pubblico, in modo da farne un monito per chiunque?

Nel 1957 Albert Camus affermava che dare pubblicità ad un'esecuzione capitale rischia, al contrario, di provocare, presso l'opinione pubblica, un tale orrore e disgusto da generare il rifiuto della pena di morte stessa.

E' quello che ci auguriamo possa succedere nei paesi che ancora conservano la pratica di dare spettacolo dell'esecuzione dei condannati a morte.

Dal Corriere della Sera: "Cina, i boss giustiziati in diretta tv" di Guido Santevecchi

http://www.corriere.it/esteri/13_marzo_01/cina-diretta-condannati-morte_fe7657f2-8289-11e2-b4b6-da1dd6a709fc.shtml















Dall'intervento di Mario Marazziti al Congresso dei Ministri della Giustizia, il 27 novembre 2012 a Roma:

"Un mondo senza pena di morte è un mondo migliore. E possibile.
Perché non c'è relazione tra il mantenimento della pena capitale e l'identità culturale di un popolo.
Perché la pena di morte non è mai parte dell'identità di un popolo, è solo parte delle cattive abitudini della storia".

domenica 3 marzo 2013

La Comunità di Sant'Egidio si unisce alla petizione lanciata da un'associazione francese per la difesa della giustizia

Nonostante anche la Texas Board  of Pardons and Parole abbia respinto la richiesta di clemenza continuiamo a sperare e a pregare perché la vita di Rickey venga risparmiata.


Il 9 aprile 2013, Rickey Lynn Lewis (numero di matricola 999097) è programmato per essere ucciso attraverso l'iniezione letale à Huntsville, Texas.
I legali di Rickey Lynn Lewis, autore presunto, stanno cercando di dimostrare la sua disabilità mentale, e hanno fatto appello alla Corte Suprema affinché sia fatta chiarezza.
Riceviamo e pubblichiamo l'appello lanciato dall'associazione francese:
Association lutte pour la justice Languedoc-Roussillon, France
2, rue herbe d’amour, 34070, Montpellier, France

e vi invitiamo a inviare la petizione attraverso questo sito:

http://www.change.org/fr/pétitions/monsieur-le-gouverneur-du-texas-rick-perry-ne-pas-éxecuter-rickey-lynn-lewis-le-9-4-2013-2

venerdì 1 marzo 2013

Un approfondimento sull'incostituzionalità della condanna a morte nei confronti di persone affette da ritardo mentale

ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE

PER I RITARDATI MENTALI


Alcuni ritardati mentali  continuano ad essere condannati a morte negli USA, come nei casi recenti  di Warren Hill e Andrew Allen Cook, nonostante la Corte Suprema si sia esplicitamente espressa già nel 2002, vietando la condanna capitale per chi sia portatore di questa disabilità.

 

Il 20 giugno 2002 la Corte Suprema emise una sentenza storica che escludeva per legge l'esecuzione di  individui con disabilità intellettiva. Con tale sentenza nota come “Atkins v. Virginia”, la Corte Suprema stabiliva che mettere a morte un ritardato mentale costituiva una violazione dell’Ottavo Emendamento della Costituzione degli S.U., che esclude “pene crudeli ed inusuali”. La decisione rifletteva il comune consenso nazionale che si era formato su tale argomento (al momento stessa della sentenza), così come affermato nella dichiarazione della Corte e così come è poi avvenuto nel 2005 nel caso dell’abolizione della pena capitale per coloro che erano minorenni al momento del crimine.

Come si è arrivati alla decisione della Corte Suprema.
In realtà già nel 1989, la Corte Suprema, nella persona del giudice Sandra Day O'Connor, con la famosa sentenza nota come “Penry v Lynaugh”, pur non giudicando incostituzionale la pena capitale per i disabili mentali, affermò che il "ritardo mentale" doveva essere un fattore attenuante di cui le Giurie dovessero tenere conto nel corso del processo ed in particolare nel comminare la pena. Sempre nella stessa occasione la condanna a morte per Johnny P. Penry venne annullata proprio perché era emerso che nel corso del processo i giudici non avevano tenuto conto del suo ritardo mentale.
Johnny Paul Penry fu un caso assai famoso nel mondo, che venne sostenuto e difeso dalla Comunità di Sant’Egidio. Nonostante il parere della Corte Suprema del 1989 ed anche dopo il provvedimento citato l’abolizione della pena capitale decisa nel 2002, Penry  venne nuovamente condannato a morte e fu più volte sul punto di essere messo a morte, fino al 16 febbraio 2008 giorno in cui, dopo ben 28 anni di battaglie legali, una nuova Corte decise definitivamente di condannarlo all’ergastolo.

Già nel 1989 con la sentenza relativa al caso Penry, la Corte Suprema fondava i propri dubbi sulla liceità della pena capitale per i disabili mentali, basandosi sull’evidente incapacità piena o parziale di un ritardato a sostenere un processo (legalmente incapace o “competent”), o di comprendere  realmente la natura e la gravità del procedimento a suo carico o se sia comunque in grado di difendersi (o di farsi difendere adeguatamente). La stessa Corte Suprema ricordava che in diversi casi era manifesta l’assoluta inadeguatezza ed incapacità degli avvocati difensori di far risaltare, in particolare nella fase iniziale del processo, la condizione di ritardo mentale e le sue conseguenze.
Cosa è successo dopo la decisione del 2002.
Purtroppo nonostante l’ultima decisione della Corte Suprema diversi altri ritardati mentali sono stati condannati a morte ed alcuni anche messi a morte.

Infatti, come è successo per Johnny Paul Penry, nonostante l’evidente e certificato ritardo mentale, in diversi casi la disabilità mentale non è stata considerata così grave da far evitare la condanna a morte.
Infatti gli standard usati per determinare la sanità mentale di un individuo risultano spesso poco efficaci e i criteri possono variare molto persino tra stato e stato.

Almeno 13 ritardati mentali sono stati messi a morte:  Andrew Allen Cook, 2013, Georgia; Garry Allen, Oklahoma, 2012; Robert Moorman, Arizona, 2012; Edwin Turner Mississippi, 2012; Daniel Lee Bedford, Ohio, 2011; Frank Spisak ,Ohio, 2011; Cal Coburn Brown, Washington, 2010; Jack Trawick, Alabama, 2009; Mark Bailey, Virginia, 2004; Kelsey Patterson, Texas, 2004; Charles Singleton, Arkansas, 2004; James Willie Brown, Georgia, 2003; James Colburn, Texas, 2003.
 (Fonte Sant'Egidio su dati DPIC)