lunedì 3 dicembre 2012

La Comunità di Sant'Egidio di Firenze organizza un incontro con il padre di una delle vittime della strage di Oklahoma City: "Perché sono contrario alla pena capitale"

CITTA' PER LA VITA, BUD WELCH A FIRENZE IL 29 NOVEMBRE
Padre di una delle vittime della strage di Oklahoma City:
"Perché sono contrario alla pena capitale"
Incontro pubblico presso la Comunità di Sant'Egidio, in via della Pergola 8,
 
Città per la vita, Città contro la pena di morte. Su iniziativa della Comunità di Sant'Egidio, in collaborazione con la Provincia e il Comune di Firenze e la Regione Toscana, oltre 30 Comuni dei 44 del territorio fiorentino illumineranno un monumento il 30 novembre, giorno simbolo dell'abolizione della pena capitale e Festa della Toscana, per dire no al male estremo. Tra di loro non pochi ospitano sul web il logo ideato per i dieci anni di 'Città per la vita', con documentazione e video che illustrano la campagna di moratoria. E giovedì 29 novembre sarà a Firenze per un incontro pubblico -alle 17.30, presso la Comunità di Sant'Egidio, in via della Pergola 8 -Bud Welch.
Welch è diventato uno strenuo oppositore alla pena di morte, da deciso sostenitore quale era, all’indomani della perdita di sua figlia Julie Marie, che, a 23 anni, fu una delle numerose vittime dell’attentato di Oklahoma City. Si è incontrato molte volte con il padre di Timothy Mc Veigh, autore dell’attentato, giustiziato nel 2001, ed è diventato uno dei suoi amici più stretti. Tim è morto come Julie e Tim era suo figlio, ha detto, parlando di lui. Welch fa parte dell’associazione abolizionista americana Murder Victims Families for Reconciliation, nonché del Board of Directors of the Oklahoma City National Memorial Foundation.
Welch si è recato venerdì 30 novembre a Livorno per un incontro con giovani, anziani e genti di pace.
 
 
Bud Wlech si è incontrato molte volte con il padre di Timothy Mc Veigh, autore dell’attentato nel 1995, giustiziato nel 2001, ed è diventato uno dei suoi amici più stretti. Ecco uno stralcio della sua testimonianza:
"Quando ho incontrato Bill - ha detto - ho visto un padre distrutto come me. Suo figlio, Tim, è morto come Julie". "Credo nel cambiamento delle persone, perché si lasciano influenzare attraverso l'esempio e non solo dalle parole. Dobbiamo dare alla mente il tempo necessario per fare il suo lavoro: ho sostenuto un lungo percorso interiore per arrivare al perdono e capire che anche Tim, in un certo senso, era mio figlio. La mia Julie aveva 23 anni. Era mercoledì mattina quando avvenne l'attentato, il suo corpo fu ritrovato sabato. Sono lieto di essere a Firenze. Parlando di Julie, la tengo viva nella mita vita".

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